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The Rolling Stones Exhibitionism stonesism

Exhibitionism. Recensione della mostra dei Rolling Stones

19 agosto 2016Recensioni, SlideStereorama

Exhibitionism!

Exhibitionism!

Exhibitionism!

Non potevo certo farmi scappare la mostra dei Rolling Stones, ho seguito sul web tutti i preparativi di questo grande evento ancor prima che lo scorso anno fosse dato l’annuncio ufficiale.

La settimana scorsa sono così partita a Londra e ci son rimasta qualche giorno. Ho diversi amici in città ma uno in particolare, Marcello, è come me un grande appassionato di musica e degli Stones. Ho quindi pazientato due giorni prima che lui avesse un intero giorno libero per addentrasi con me all’interno di Exhibitionism.

Infine il giorno è arrivato.

I'm in! #therollingstones #MickJagger #KeithRichards #charliewatts #ronniewood &stonesism #exhibitionism #dreamcometrue

A video posted by Martina Saiu (@martinameetstones) on Aug 12, 2016 at 6:38am PDT

Exhibitionism, la mostra

Exhibitionism è un viaggio di oltre 50 anni in cui, attraverso oggetti, musica e suggestioni viene ricreata l’atmosfera magica e camaleontica dei Rolling Stones. In pratica non ci si trova solo davanti a una esposizione di oggetti ma si ha la sensazione di camminare lungo un percorso dinamico e interattivo, oltreché divertente.

L’esposizione è articolata in 9 sale tematiche con oltre 500 oggetti che spaziano dai diari personali, agli strumenti, dai costumi di scena agli appunti in sala di registrazione sino ad arrivare ai modellini per i palcoscenici e gli studi per le copertine.

Exhibitionism exposition 1-4

Sale 1 e 2 Ladies & Gentlemen + Chitarre

L’ingresso alla mostra è caratterizzato da una prima sala con un’enorme scritta al neon “Ladies and gentlemen” ai cui due lati sono rispettivamente indicati in maniera dinamica Video/sonora gli album ufficiali da una parte e dall’altra mappa con Tour e chilometri percorsi in 54 anni di carriera. Un momento emozionante, un’introduzione potente  e suggestiva anche per chi li conosce molto bene. Dopo essersi ripresi si viene immediatamente catapultati in una seconda sala con interi muri ricoperti di chitarre più una divertente sorpresa.

Le prime chitarre che ho osservato sono quelle di Keith Richards e raccontano l’evoluzione del suo suono alternando le prime Epiphone, Gibson e Fender sino ad arrivare a una fantastica chitarra a cinque corde fatta su misura per lui. In sala è presente anche una stupenda chitarra acustica di Mick Jagger che ritroverete facilmente negli scatti fatti a Nellcôte in periodo Exile on Main Street e una decina di armoniche.  Stupende anche le chitarre di Ronnie Wood.  A questo punto la sala sembra terminare ma al centro sono presenti dei Tablet con cuffie che simulano un multi traccia a 8 piste in cui potere ascoltare 8 pezzi della band tra cui Angie, Sympathy for the Devil e altre, isolando tutti gli strumenti o mixandoli a vostro piacimento. Questo è stato per me uno dei momenti più divertenti, se siete appassionati di missaggio vi divertirete alla grande. Io e Marcello siamo rimasti lì per un bel po’.

exhibitionism ladies and gentlemen

Sala 3 Edith Grove

Dopo aver fatto il pieno di emozioni nelle prime due sale sarete pronti al viaggio nel tempo.  Riavvolgete gli orologi perché in pochi passi arriverete nella prima malconcia casa in cui i Rolling Stones hanno vissuto al’inizio della loro carriera. Meticolosamente ricostruita secondo i racconti della band, Edith Grove, rappresenta l’inizio dei giochi. Troverete taccuini di Keith Richards,  i primi contratti della band, il primo disco inciso con nome Rolling Stones, poster foto e al centro della sala una scintillante batteria di Charlie Watts.

Un’emozione dietro l’altra. Credetemi.

exhibitionism rolling stones

Sala 4 Recording

Vi troverete poi catapultati in uno studio di registrazione in mezzo ad appunti, registratori a bobine e il primo disco (prototipo) di Exile on Main Street. Se come me siete appassionati di tecnologia potrete ascoltare le testimonianze della band e quella di Don Was, attuale produttore dei Rolling Stones, che vi parleranno di come dagli enormi registratori a bobine degli anni sessanta si sia rapidamente passati a tecnologie minuscole e digitali. Interessante la riflessione di Keith Richards sui registratori a 2, 4, 8 e 24 piste. Dedica spazio all’argomento anche all’interno del suo libro Life.  A questo punto penserete che la mostra sia finita invece dovrete salire al secondo piano per continuare il viaggio.

stonesism saatachi gallery

Sala 5 Film & video

Locandine e spezzoni ripercorrono la storia della band da Shine a light di Scorsese sino a Simpathy for the devil di Jean Luc Godard. Artisti che si interessano di altri artisti. Interessante l’intervista a Martin Scorsese.

Sala 6 Art & Design

Sala dedicata alla contaminazione, punto di forza dei Rolling Stones che sin dagli esordi hanno scelto con cura gli artisti a cui affiancarsi per la realizzazione delle copertine dei dischi. Passerete dall’omonimo del 1964 a Let it Bleed sino alla divertentissima gestazione per la copertina di Some Girls, oltreché per il prototipo di Exile on Main Street opera di Robert Frank. Vedrete inoltre l’emozionante nascita del logo, opera di John Pasche, all’epoca studente del Royal College of Art.

Gli Stones sono sempre stati dei creativi che si sono affiancati ad altri artisti come Andy Wharhol che ha disegnato alcune delle più famose copertine per gli Stones come Sticky Fingers e Love you Live.  Arriverete poi alla sezione dedicata all’evoluzione del palcoscenico con tanto di modellini originali proposti alla band da artisti e architetti.

Il più maestoso è, a mio avviso, quello creato per Bridges to Babylon in cui mi sono soffermata a lungo. Non che gli Stones abbiano bisogno di particolari Stage per risaltare, a me andrebbero bene anche nel pub dietro casa! Tuttavia l’intelligenza con cui sono stati studiati i loro palchi è davvero impressionante. Un punto di vista nuovo sulla loro storia che mi ha appassionata parecchio nel corso della mostra e che adesso desidero approfondire.

Sala 7 Style and Costumes

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Io che frugo nella memoria alla ricerca di foto in cui Mick Jagger indossa questi abiti

Io e Marcello non abbiamo scattato foto all’interno dell’esposizione perché troppo presi dall’esperienza, tuttavia lui mi ha scattato questa mentre ammiravo gli abiti di Mick. Questa parte della mostra presenta una serie di abiti storici della band. Tweed, velluto e merletti hanno presto lasciato spazio agli abiti elasticizzati di Mick Jagger e alle famose giacche maculate di Keith Richards usate nel periodo Vodoo Lounge, il risultato è un tripudio di stoffe e colori, di anni che passano e di stile che cambia. Non solo in musica.

Sala 8 Rare e Unseen

Non potevano mancare oggetti rari o mai visti prima come la valigia guardaroba di Keith Richards che sembra quella di un pirata o la piccola batteria giocattolo di Charlie Watts, la sedia da barbiere e alcuni quadri di Ronnie Wood.

Sala 9 Peformance 3-D

Approderete nel back Stage tra chitarre, amplificatori, monitor, cavetti e camerini e poi… non vi svelo il finale in 3D!

Costi e info

La mostra è decisamente più vasta di quanto mi aspettassi, con 9 sale in cui ho trascorso molto tempo, oltre 4 ore e mezza. Il costo del biglietto  di ingresso è di 23 pound (circa 27 euro) e al momento potete visitare Exhibitionism alla Saatachi Gallery di Londra, ma affrettatevi perché chiuderà il 4 settembre per iniziare il suo Tour alla conquista di New York, dove aprirà in Novembre.

Per maggiori dettagli sulla mostra visitate il sito ufficiale.

4 hours and a half after…. #stonesism is such a beautiful #exhibition you have to go is like tarvelling around years with the band. So much fun! #martinameetstones #KeithRichards #MickJagger #ronniewood #charliewatts #glimmertwins #BillWyman #micktaylor #brianjones #lisafisher #ianstewart

A video posted by Martina Saiu (@martinameetstones) on Aug 12, 2016 at 8:52am PDT

Ho appena scoperto una radio dedicata agli Stones!

Tag: Exhibitionism, Mostre, The rolling Stones
Stereorama
Mi chiamo Martina Saiu e sono appassionata di musica sin dall’infanzia. Nel 2011 ho iniziato a collaborare come speaker nella web radio “Pigre.co” dove ho ideato e condotto Stereorama, un programma di approfondimenti musicali andato in onda sino alla fine del 2013. Quando la radio è andata Off Line per mancanza di fondi ho sentito il bisogno di continuare il progetto convertendo il mio programma in un Blog.
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